I Mongoli

Ascesa e declino dell’impero dei Mongoli

Ascesa e declino dell’impero dei Mongoli

Durante la prima metà del XIII secolo, in Europa, la società umana assistette al crollo dell’Impero di Federico II, alla riconquista della Spagna da parte dei regni cristiani e alla formazione dei grandi Stati nazionali di Francia e Inghilterra. Ciò nonostante dall’altra parte del mondo conosciuto, nello stesso periodo, si venne a costituire, dalla Cina alla Russia e alla Persia, il grandissimo impero dei Mongoli: il più vasto dominio che sia mai esistito nella storia.

Tra l’XI e XII secolo i Mongoli, o Tartari, erano tribù nomadi che vagavano nelle steppe a sud della Siberia, vicino al lago Bajkal, tra il deserto del Gobi e il mare della Cina. All’interno di questa tribù vi erano distinzioni tra le «tribù delle foreste» e «tribù delle steppe». Vivevano di caccia e pastorizia, ma non respingevano i commerci con le città del Turkestan e con i popoli del Caspio. Non avevano scrittura; veneravano l’«l’eterno cielo» e il «dio della terra», praticavano il culto degli antenati e lo sciamanismo (complesso di elementi magico-religiosi, incentrati sulla figura dello sciamano, cioè colui che media tra il modo del soprannaturale e quello naturale).

Alcuni studiosi hanno individuato, all’interno dell’organizzazione sociale tartara, la presenza di elementi feudali: infatti era una società fondata sul primato di grandi famiglie e delle caste guerriere, sul lavoro dei servi e degli schiavi. Ogni tribù aveva un capo e, al comando di più tribù, vi erano i principi (khan) che spesso erano in guerra con le fazioni rivali. Uno di questi capi, Temugin (1167 ca-1227), riuscì a vincere i rivali e ad affermarsi su tutte le tribù. Successivamente un’assemblea di guerrieri nel 1206 lo proclamò Gran Khan di tutti i Mongoli, Gengis Khan.

Il merito fondamentale di Gengis Khan fu quello di porre fine alle perenni lotte tribali e di aver indirizzato le energie del suo popolo verso un “programma” di conquista ed espansione. L’impressionante serie di vittorie dell’esercito mongolo fu dovuta in larga parte alla debolezza dei regni asiatici. Tra il 1212 e il 1215 invasero il regno Manciù e, dopo aver conquistato Pechino, invasero le regioni settentrionali dell’impero cinese, giungendo sino al mar del Giappone. Sempre in quel periodo si spinsero verso ovest riuscendo a conquistare Samarcanda (1220). Una volta discesi verso le regioni russe meridionali, attraversarono la regione del Volga ma, nonostante le continue vittorie, dovettero ritirarsi a causa dell’enorme distanza che avevano percorso.

Gengis Khan morì nel 1227. I suoi successori continuarono le sue imprese e, tra il 1237 e 1241, giunsero ai confini dell’Europa.  Una grande scorreria investì la Russia: Kiev e Mosca vennero occupate (1237, 1239); per due anni gli eserciti di Mongoli si attestarono in Polonia e Ungheria: la paura arrivò sino a Venezia. Tuttavia anche in questo caso l’esercito mongolo, dopo aver battuto a Liegnitz (1241) i principi gemanici e polacchi, ripiegarono verso l’Asia.

Più stabili furono le conquiste in Oriente. Nel 1258 riuscirono a strappare Baghdad ai Turchi selgiuchidi che divenne il centro del loro dominio nell’area persiano-mesopotamica. Nel 1279 la conquista della Cina fu portata a termine dal più illuminato dei successori di Gengis Khan, Kubilai Khan (1260-1294). Proprio in questo periodo inizia un periodo di pace, lungo circa mezzo secolo: la cosiddetta pax mongolica. L’immenso territorio conquistato, fu suddiviso in quattro khanati: Cina-Mongolia; Russia caspica; Turkestan; Persia. Il Gran Khan, che era anche imperatore della Cina, risiedeva a Pechino. Dopo il lunghissimo periodo di guerre i nomadi si “sedentarizzarono” e assimilarono la civiltà dei popoli conquistati. Abbandonarono il primitivo paganesimo e si convertirono o all’Islam o al Buddismo. Accolsero dall’Europa viaggiatori, commercianti e missionari.

L’Impero mongolo entrò in crisi nella seconda metà del XIV secolo, quando i Cinesi entrarono in rivolta contro i loro dominatori instaurando la dinastia nazionale dei Ming. La fuga delle milizie tartare dalla Cina (1368), diede avvio al frazionamento dei loro territori. Ma la dissoluzione dell’impero fu rinviata grazie alle imprese di un altro grande guerriero, Tamerlano (1370-1405) che riuscì in qualche modo a ricostituire, intorno a Samarcanda, l’Impero dei Mongoli.

 

 

fonte informazionescomoda