La creazione secondo le religioni e le culture del mondo

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Ainu

La cosmologia del popolo Ainu (popolazione dell’isola di Hokkaidō nel nord del Giappone), constava di sei paradisi e sei inferni dove vivevano divinità, demoni e animali. I demoni si trovavano nel paradiso basso, le divinità minori vivevano tra le nuvole. Nel sommo paradiso viveva Kamui, la divinità creatrice, con i suoi servi. Il suo reame era circondato da un resistente muro di metallo ed era accessibile solo tramite un grande cancello di ferro.

Kamui creò il nostro mondo conformandolo come un grande oceano adagiato su di un’enorme trota.Secondo questa tradizione le maree sarebbero dovute a questo pesce che di volta in volta succhia o caccia fuori l’acqua del mare; sempre questo pesce, tramite il suo movimento, sarebbe la causa dei terremoti.

Un giorno Kamui guardando dall’alto questo mondo acquatico decise di modificarlo. Così mandò un suo messo che fece sì che venissero a galla le isole. Quando gli animali videro quanto fosse bello quel mondo, convinsero Kamui a lasciarli liberi di vivere in quel luogo. Kamui, tuttavia, creò anche molte altre creature. Il primo popolo, gli Ainu, aveva corpi di terra e capelli di erba-gallina. Kamui mandò Aioina, l’uomo divino, sulla terra per insegnare agli Ainu come cacciare e cucinare.

Apache

All’inizio non esisteva niente, solo il buio era ovunque. Improvvisamente dal buio emerse un sottile disco, giallo da un lato e bianco dall’altro, che appariva sospeso a mezz’aria. All’interno del disco sedeva un piccolo uomo barbuto, l’Autore, “Colui che vive al di sopra”. Quando egli guardò nel buio infinito, la luce apparve in alto. Egli guardò in giù e divenne un mare di luce. A est, egli creò le strisce gialle dell’alba. Ad ovest, tinte di diversi colori apparvero ovunque. C’erano anche nubi di diversi colori.

Egli creò anche tre altri dei: una piccola ragazza, un Dio Sole e un piccolo ragazzo. Poi creò i fenomeni celesti, i venti, la tarantola e la terra, in forma di una pallina marrone non più grande di un fagiolo, dal sudore dei quattro Dei mescolato nelle mani del Creatore. Il mondo fu espanso fino alla sua attuale forma dagli Dei che prendevano a calci la piccola palla marrone.

Il Creatore disse al Vento di andare dentro alla sfera e di farla esplodere. La tarantola, molto scorretta, tessette un filo nero e, attaccandolo alla sfera, scappò ad est tirandosi dietro il filo con tutta la sua forza. La Tarantola ripeté quest’azione con un filo blu, tirando questa volta verso sud, con un filo giallo verso l’ovest e con un filo bianco verso il nord. Con poderosi strattoni in ogni direzione, la sfera si allargò fino ad una grandezza non misurabile. Diventò la Terra! Non c’erano colline, montagne o fiumi, ma solo pianure soffici e prive di alberi. Allora il Creatore creò il resto degli esseri e delle bellezze della Terra che divennero feconde.

Australiani aborigeni

La colonna portante delle credenze aborigene è il cosiddetto “Dreaming” (in inglese) o “Tjukurpa” (in lingua aborigena), il mito della creazione dell’universo e di tutte le cose. Pur nelle varianti locali delle tribù che vivono sparse per il continente, esiste la credenza in una “epoca dei sogni”, in cui il mondo era una massa informe, priva di caratteristiche riconoscibili.

Gli Antenati (“Ancestors”), identificati con i totem delle tribù ma che sono al tempo stesso anche spiriti ed esseri umani primordiali, presero vita, o si svegliarono dal loro sonno, o emersero dalle profondità di questa materia, e si misero a viaggiare su tutta la terra, creandola al tempo stesso mentre la percorrevano e attraverso il potere del canto, con cui diedero nomi alle cose portando in vita il mondo intero.

Nel fare ciò crearono anche gli uomini e le relazioni tra uomini e con tutte le cose esistenti. Una volta concluso il loro compito, questi esseri si ritirarono di nuovo nelle profondità della terra per riposare, oppure si mutarono nelle caratteristiche stesse del luogo, le montagne, gli alberi, gli specchi d’acqua, che infatti sono sacri agli aborigeni

Babilonia

Il mito della creazione babilonese è stato descritto nell’Enûma Elish, di cui esistono varie versioni e copie, la più antica delle quali è datata 1700 a.C. Secondo questa descrizione, il dio Marduk si armò per combattere il mostro marino Tiamat (Tiāmat). Marduk distrusse Tiamat, tagliandola in due parti che divennero la terra e il cielo. Dopo, distrusse anche il marito di Tiamat, Kingu, usando il suo sangue per creare l’umanità.

Bantu

I Bantu descrivono, nei loro miti cosmologici, il demiurgo, entità plasmatrice del mondo. Alcuni ritengono anche che in origine la Terra fosse costituita da acqua e oscurità. Mbombo, il gigante bianco, governava l’universo caotico. Un giorno egli sentì un fortissimo dolore allo stomaco e vomitò il sole, la luna e le stelle. Il sole cominciò a splendere e l’acqua ad evaporare formando le nuvole. Gradualmente apparvero delle colline asciutte.

Mbombo vomitò di nuovo e questa volta vennero fuori gli alberi, gli animali, le persone e molte altre cose: la prima donna, il leopardo, l’aquila, l’incudine, la scimmia Fumu, il primo uomo, il firmamento, la medicina e la luce. Nchienge, la donna delle acque, viveva ad Est. Ella aveva un figlio, Woto, e una figlia, Labama. Woto fu il primo re dei Bakuba.

Cherokee

In principio, c’era solo l’acqua. Tutti gli animali vivevano sopra di essa ed il cielo era sommerso. Erano tutti curiosi di sapere cosa ci fosse sotto l’acqua ed un giorno Dayuni’si, lo scarabeo acquatico, si offrì volontario per esplorare. Esplorò la superficie, ma non riuscì a trovare nessun terreno solido. Esplorò sotto la superficie fino al fondo e tutto quello che trovò fu del fango che portò in superficie. Dopo aver preso il fango, esso cominciò a crescere e a spargersi tutto intorno, fino a che non divenne la Terra così come la conosciamo.

Dopo che tutto ciò accadde, uno degli animali attaccò questa nuova terra al cielo con quattro stringhe. La terra era ancora troppo umida, così mandarono il grande falco nel Galun’lati per prepararla per loro. Il falco volò giù e quando raggiunse la terra dei Cherokee era così stanco che le sue ali cominciarono a colpire il suolo. Ogni volta che colpivano il suolo si formava una valle od una montagna. Gli animali poi decisero che era troppo buio, così crearono il sole e lo misero lì dove è tutt’oggi.

Cina

La mitologia cinese della creazione si basa su concetti ribaditi da miti estremamente diversi. Secondo alcuni di essi non esistono prove utili per giustificare la creazione e risalire alle sue origini; secondo altri originariamente esisteva un’entità che dividendosi generò il paradiso e la terra. Il Taoismo, Il mito di Pangu e vari racconti tribali espongono concetti cosmologici.

Secondo questa spiegazione, proposta dai monaci Taoisti secoli successivi a Lao Zi, l’universo nacque da un uovo cosmico. La divinità Pangu nacque poi da quell’uovo rompendolo in due parti: quella superiore divenne il cielo e quella inferiore la terra. Man mano che la divinità crebbe le due parti dell’uovo si allontanarono sempre più e, quando morì, le parti del suo corpo diedero origini a varie zone terrestri.

Cristianesimo ed Ebraismo

È un elemento fondamentale della fede cristiana (e anche ebraica), che il mondo e tutti gli esseri animati e inanimati sono stati creati da Dio. Ci sono due racconti della creazione, corrispondenti grosso modo ai capitoli 1 e 2 della Genesi, il primo, tra i libri che compongono la Bibbia. La Bibbia narra che il mondo fu creato in sette giorni, indicazione interpretata in senso letterale da molti teologi antichi, benché sin da allora esegeti autorevoli lo intendessero come un artificio letterario Secondo il libro della Genesi, Dio pre-esisteva eternamente all’ordine creato.

La Genesi riporta il primo atto di Dio verso il mondo che noi conosciamo: “Dio creò…” (Genesi 1,1). Tutta la creazione, dalla luce delle stelle del cielo ai pesci del mare, alla compenetrazione tra polvere e soffio divino che ha dato vita all’umanità, fu realizzata da Dio per rallegrarsi della bontà meravigliosa della natura e  dell’ambiente della terra. L’uomo e la donna furono creati per riflettere la potenza di Dio, per amare e ben amministrare le risorse del mondo e per offrire preghiere a Dio.

Unica in tutto l’ordine del creato, l’umanità, uomini e donne, è l’unica portatrice dell’imago Dei, l’immagine (dall’ebraico tselem – come in un bambino a immagine del genitore) di Dio tra le cose animate e inanimate del creato. In quanto portatori della sua immagine, gli esseri umani hanno il mandato di vivere in comunione con Dio, e di prendersi cura l’uno dell’altro e del mondo. Resistendo all’invito al “Noi” della comunità con Dio e con gli altri, gli esseri umani fin dall’inizio scelgono di vivere nell'”Io” dell’individualismo e dell’auto-realizzazione.

A questo punto della narrativa delle origini nella Genesi, gli esseri umani divennero, per usare le parole del teologo evangelico Francis Schaeffer, “indiscutibilmente piegati”. Questo isolamento auto-inflitto muove l’anima umana verso l’auto-conservazione e l’auto-assorbimento. Questa”caduta nell’ombra”, ha liberato percorsi distruttivi per la razza umana, e il bisogno di un Adamo redentore che scelga di vivere una vita in comunità con Dio, rovesciando così gli effetti della caduta.

Primo racconto della creazione (circa 500 a.C.)
Il primo racconto della creazione (1,1-2,3a) usa lo schema letterario dei sette giorni. In questo racconto Dio “crea dal nulla” tutte le cose e la sua opera creatrice consiste anche nel far passare il mondo dal caos all’armonia, dal disordine alla bellezza.

Il racconto suppone cioè uno stato iniziale informe, in cui predominavano le tenebre e l’acqua (1,1-2). Nel corso della creazione Dio opera tre separazioni (notte e giorno, cielo e terra, terra e mare) e tre abbellimenti (gli astri, gli animali, l’uomo), nella seguente maniera:
• Nel primo giorno viene separata la luce dalle tenebre (1,3-5).
• Nel secondo giorno vengono separate le acque superiori (che si pensava stessero sopra la volta stellare) dalle acque inferiori (1,6-8).

La concezione del tempo credeva che attraverso la volta celeste le acque superiori potessero filtrare, dando origine alla pioggia
• Nel terzo giorno nelle acque inferiori viene separata la terra (1,9-10).
• Viene quindi generato il regno vegetale (1,11-13).
• Nel quarto giorno vengono poste nel firmamento le due luci maggiori, il sole e la luna (1,14-19: separazione del giorno dalla notte); bisogna notare però che essi vengono chiamati “luminare maggiore” e “luminare minore”: l’autore biblico teme che si possano confondere con gli astri divinizzati dai popoli circostanti, e per questo non li chiama con il loro nome.
• Nel quinto giorno vengono creati gli esseri marini e gli uccelli (ivi compresi Leviatano,
Behemoth e Ziz), e vengono benedetti perché possano moltiplicarsi (1,20-23).
• Nel sesto giorno vengono creati gli animali (1,24-25).
• Viene poi creato l’uomo (1,26-31), con le seguenti caratteristiche:
o deve dominare su tutto il resto della creazione;
o è creato uomo e donna;
o è creato a immagine e somiglianza di Dio;
o è benedetto perché sia fecondo;
o riceve in alimento i vegetali: semi e frutti degli alberi.
• Il settimo giorno Dio cessa dal lavoro, e benedice e consacra il settimo giorno (2,1-3a).

Ciò diventerà, nell’ebraismo, il precetto del riposo del sabato. L’uomo viene fatto simile a Dio, come Sua immagine e somiglianza sulla terra. Per sottolineare l’importanza e la diversità dell’uomo rispetto alle altre opere di creazione, vengono inseriti due particolari: il plurale nel soliloquio di Dio alla sua corte celeste e il riferimento ad un dialogo con gli esseri appena creati, che mette Dio in una relazione unica personale con l’uomo e la donna. Inoltre Il testo afferma che tutta l’opera della creazione è “buona”; invece della creazione dell’uomo e della donna si dice che è “molto buona”, affermando in questa maniera la supremazia dell’essere umano su tutto il resto della creazione.L’opera creatrice verrà poi affidata all’uomo da curare e completare e con lo scopo di riprodurre. Il testo suppone implicitamente che Dio è eterno, cioè che esisteva prima di creare il resto delle cose.

Secondo racconto della creazione (circa 900 a.C.)
In questo racconto Dio è come un vasaio, che impasta la polvere del deserto e crea una figura umana e poi la colloca in un’oasi nel deserto dove l’uomo può vivere in una condizione di armonia e di pace.

Poi Dio viene alla sera a dialogare con l’uomo e l’uomo lavora ad abbellire il mondo e a custodirlo nella pace. Ma l’uomo non è solo intelligenza, lavoro, progresso, è anche fatto di sentimenti e ha bisogno di reciprocità. Questa può trovarla solo “nell’altro se stesso”, nella donna, dono di Dio, e grazie a essa l’uomo scoprirà l’amore. Vedi anche il concetto di Nuova creazione nella Bibbia.

Egizi

Nella mitologia egizia sono riportati tre miti cosmogonici distinti, corrispondenti a tre diversi culti dei maggiori centri sacerdotali. Secondo la teologia eliopolitana, nota attraverso i “testi delle piramidi”, al centro del mito della creazione c’è il dio solare Atum. Nato dall’oceano primordiale (Nun), Atum salì su una collina, creò, secondo alcune traduzioni con lo sperma e secondo altre con la saliva Shu, il vuoto, e la dea Tefnut l’umidità, che a loro volta generarono Geb e Nut, la terra ed il cielo.

Da questi ultimi nacquero due coppie di fratelli e sorelle, Osiride, Iside, Seth e Nefti, i quali procrearono l’umanità. L’insieme di queste divinità formò la grande Enneade eliopolitana. Secondo la dottrina menfita, la creazione del mondo sarebbe opera di Ptah, che con il cuore, sede del pensiero, e con la lingua, la parola donatrice di vita, avrebbe generato otto emanazioni di sé. La cosmogonia tebana, basata su un’antica leggenda della città di Ashmunein (Ermopoli), narra di una collina di fango che sarebbe emersa dalle acque, originando otto dei primordiali, quattro maschili con testa di rana e quattro femminili con testa di serpente.

Queste otto divinità formarono l’Ogdoade ermopolitana. La leggenda passata a Tebe si sarebbe trasformata e gli dei avrebbero creato un uovo, da cui nacque Amon, il dio-sole. Col tempo, i gruppi rivali si fusero e Ra e Atum furono identificati in una sola divinità. Amon divenne per un certo periodo la somma divinità per poi divenire una manifestazione di Ra. Anche Ra e Horus furono identificati come uno solo quando si tentò, invano, di introdurre il monoteismo.

Giappone

Il dio Izanagi e la dea Izanami agitarono l’oceano con una lancia per creare una piccola isola di sale coagulato. Le due divinità scesero sull’isola, si accoppiarono, crearono le isole principali, le divinità e i predecessori del Giappone

Grecia classica

Platone, nel suo dialogo Timeo, descrive un mito della creazione che coinvolge un essere chiamato demiurgo. Esiodo, nella sua Teogonia, racconta che in principio c’era Caos, il quale diede vita a Gea/Gaia (la Terra), Tartaro (gli Inferi), Eros(amore), Nyx (l’oscurità della notte) ed Erebo (le tenebre degli Inferi). Gea partorì poi Urano, il cielo stellato, suo pari, per coprire sé stessa, le colline e le profondità senza frutto del Mare, e Ponto, tutto “senza la dolce unione dell’amore”, ma solo da sé stessa.

Successivamente, narra Esiodo, essa giacque con Urano e generò Oceano, i Titani Ceo, Crio, Iperione e Giapeto e le Titanidi Teia e Rea, Temi e Mnemosine e Febe dalla corona d’oro e l’amabile Teti. “Dopo di loro nacque Crono, scaltro, il più giovane e il più terribile dei suoi figli, e odiava il suo potente padre.” Crono, seguendo le raccomandazioni di Gea, evirò Urano. Egli sposò Rea che gli diede sei figli Estia, Demetra, Era, Ade, Poseidone, e Zeus. Zeus e i suoi fratelli rovesciarono Cronos e gli altri titani, quindi estrassero a sorte quello su cui ciascuno di loro avrebbe regnato.

Zeus estrasse i cieli, Poseidone il mare, e Ade il sottosuolo, mentre la terra sarebbe stata governata da tutti e tre.

Hmong

Secondo la tradizione Hmong, in un’epoca remota i fiumi e l’oceano coprirono la terra. Due ragazzi, fratello e sorella, furono chiusi in un tamburo di legno giallo. Le persone del cielo guardarono giù e videro la terra. Tutto era morto. Solo il tamburo di legno giallo galleggiava sulle acque. “Colpisci la terra fino a forarla così che l’acqua dreni” disse il Re in Cielo.

L’acqua fluì via. Finalmente, il tamburo batté contro il terreno. Il fratello e la sorella uscirono dal tamburo e si guardarono intorno, tutto era morto. “Dove sono le persone?” chiese la sorella. Il fratello ebbe un’idea. “Tutte le persone sulla Terra sono andate via. Sposami, potremmo avere dei figli”. “Non posso sposarti, siamo fratelli”

Ma lui insisteva mentre lei continuava a dire “No!” Alla fine il fratello disse: “Portiamo delle pietre sulla collina e facciamole rotolare a valle. Se le pietre atterrano una sull’altra, allora mi sposerai.” La sorella fece rotolare la sua pietra, ma appena il fratello fece rotolare la sua, questi corse più veloce che poteva giù per la collina e mise le pietre una sull’altra. Quando la sorella vide le pietre scoppiò a piangere. Infine disse: “Ti sposerò, perché così doveva essere.”

Un anno dopo la moglie diede vita a un neonato, ma non era umano. Non aveva né braccia né gambe, era proprio come una zucca. Il marito lo tagliò in pezzi e lo gettò via. Un pezzo cadde sul giardino e divenne il clan “Vang” perché “Vang” ha lo stesso suono di “Giardino” in Hmong. Un pezzo cadde nella stalla. Alcuni pezzi caddero su foglie ed erbe e divennero altri clan Hmong. Il Nhia, Mhoua, Pao, Ho, Xiong, Vue e così via.
Il mattino seguente il villaggio era pieno di case. Tutti andarono dai coniugi e dissero: “Madre e padre, mangiate con noi!” Il marito disse alla moglie: “Ti ho chiesto di sposarmi perché tutte le persone sulla terra erano morte. Ora queste persone sono la nostra famiglia, i nostri figli”.

Hopi

Gli anziani dicono che il primo Hopi aveva scelto di vivere nel deserto sterile, così essi avrebbero sempre dovuto pregare per avere la pioggia. Per questo essi non avrebbero mai perso la fede nelle loro cerimonie, che mantenevano il legame con la Madre Natura e il Creatore. Essi sostenevano che i veri Hopi rappresentassero tutti i popoli pellerossa attraverso l’autorità a loro conferita dal creatore, il dio Maasaw.

Inca

Il racconto inca della creazione è conosciuto grazie ai racconti tramandati dai sacerdoti oppure dalla iconografia delle ceramiche o delle costruzioni architettoniche, e grazie ai miti e alle leggende sopravvissute tra i nativi americani. Secondo questi racconti, nei tempi antichi la terra era immersa nell’oscurità. Allora, da un lago chiamato Collasuyu (adesso Titicaca), emerse il dio Con Tiqui Viracocha, portando con sé alcuni esseri umani. Allora Con Tiqui creò il sole (Inti), la luna e le stelle per illuminare il mondo. È proprio da Inti che il Sapa Inca, imperatore del Tawantinsuyu, discende.

Al di fuori delle grandi caverne Con Tiqui modellò numerosi esseri umani, incluse alcune donne che erano già incinte. Allora egli mandò fuori queste persone in ogni angolo del mondo. Tenne però con sé un uomo e una donna a Cusco, l'”ombelico del mondo”. Con, il creatore, aveva forma umana ma era senza ossa. Egli riempì la terra con cose buone per sopperire ai bisogni dei primi esseri umani. Le persone, però, dimenticarono il dio Con e si ribellarono. Così egli li punì smettendo di mandare la pioggia. La gente allora fu costretta a lavorare duramente arrangiandosi con la poca acqua che poteva trovare nei rigagnoli rimasti. Allora si affermò una nuova divinità, Pachacamac, che cacciò Con e trasformò le persone da lui create in scimmie. Pachachamac poi si impossessò della Terra e creò gli antenati del genere umano.

Il fondatore della prima dinastia dei sovrani di Cusco fu Manco Capac. Secondo una leggenda egli emerse dalle profondità del lago Titicaca grazie al dio del sole Inti. Un’altra versione della storia sosteneva che egli fosse il figlio di Tici Viracocha. Comunque alle persone comuni non era permesso pronunciare il nome di Viracocha, cosa che fornisce una possibile spiegazione della necessità di due miti di fondazione. In uno dei due miti Manco Capac era il fratello di Pachacamac ed entrambi erano figli del dio del sole Inti, conosciuto anche con il nome di Apu Punchau.

Lo stesso Manco Capac veniva onorato come un dio del fuoco o del sole. Secondo la leggenda di Inti, Manco Capac e i suoi fratelli di madre erano stati mandati sulla terra dal dio del sole ed erano fuoriusciti da una caverna del Pacaritambo portando un bastone dorato chiamato tapac-yauri. Essi dovevano creare un Tempio del Sole nel luogo dove il bastone sarebbe affondato dentro la terra. Essi viaggiarono fino a Cusco lungo gallerie
sotterranee e finalmente trovarono il luogo adatto per costruire il tempio in onore del dio del sole Inti, loro padre.

Durante il viaggio uno dei fratelli di Manco Capac e forse anche una delle sue sorelle vennero tramutati in pietre sacre (huaca). In un’altra versione di questa leggenda, invece di apparire da una caverna a Cusco, i fratelli sarebbero emersi dalle acque del lago Titicaca. Secondo la leggenda di Tici Virachocha, invece, Manco Capac era il figlio di Tici Viracocha: egli e i suoi fratelli (Ayar Anca, Ayar Cachi e Ayar Uchu) e sorelle (Mama Ocllo, Mama Huaco, Mama Raua e Mama Cura) vivevano vicino Cusco, presso Pacari-Tampu (oggi Pacaritambo, a 25 km a sud di Cusco).

Una volta formato un popolo piuttosto numeroso riunito in dieci ayllu essi tentarono di assoggettare le tribù della valle di Cusco. Questa leggenda comprende inoltre il bastone d’oro, sostenendo che questo era stato dato a Manco Capac da suo padre. La leggende inoltre narra che il giovane Manco avrebbe ucciso i suoi fratelli più grandi diventando così l’unico governante di Cusco.

Induismo

Nella filosofia induista, vi sono molteplici interpretazioni e convinzioni circa la nascita dell’universo, le sue cause e la sua fine. Presso le principali correnti devozionali, l’esistenza dell’universo è governata dalla Trimurti, composta da Brahma (il Creatore), Viṣṇu (il Preservatore) e Śiva (il Distruttore). La sequenza di avatar di Visnu, il Dasavatara (sanscrito: Dasa, “dieci”, e Avatara, “incarnazione”) viene oggi generalmente accettata dalla maggior parte degli induisti come ben correlata con la teoria dell’evoluzione di Darwin, in cui il primo avatar si genera dall’ambiente acquatico.

Gli induisti quindi non vedono molto conflitto tra creazione ed evoluzione. Un ulteriore ragione per questo può essere il concetto induista di tempo ciclico, come il sistema degli Yuga, o i giorni di Brahma, cicli di circa 4,3 miliardi di anni (a differenza del concetto di tempo lineare presente in molte religioni). Infatti, il tempo è rappresentato come Kala Chakra — la Ruota del Tempo. Nell’induismo, le creazioni della natura e di tutti gli Dei sono Sue manifestazioni. Egli è all’interno e senza le sue creazioni, pervadendo l’intero universo ed osservandolo dall’esterno.

Quindi tutti gli  animali e gli esseri umani hanno un elemento divino in loro che è coperto da ignoranza e illusioni (il velo di Maya) di materia o esistenza profana. I testi indù e vedici come la Śrīmad Bhāgavatam descrivono che Maha-Viṣṇu (originato a sua volta dal dio Krishna), giace nell’oceano causale e quando espira innumerevoli universi vengono emessi dai pori della sua pelle, quando inspira gli universi sono riportati entro il suo corpo. « Il Mahaa-Viṣṇu, in cui tutti gli innumerevoli universi entrano e da cui tornano indietro semplicemente seguendo il suo respiro, è un’espansione di Krishna. Quindi io adoro Govinda, Krishna, la causa di tutte le cause. » (Brahma-samhitaa 5.48)

Inuit

La tradizione degli Inuit è che il trickster nella forma di Corvo creò il mondo. Quando le acque spinsero il terreno su dalle profondità il Corvo lo beccò e mise nel posto giusto. La prima terra era grande abbastanza per una sola casa occupata da una sola famiglia: un uomo, sua moglie, i loro figli e il Corvo che mise a posto il terreno. Il padre aveva una sacca appena sopra il suo letto. Dopo che il Corvo ebbe molto pregato il padre, questi permise al figlio di giocarci. Mentre il Corvo giocava danneggiò la sacca e una luce uscì. Il padre che non voleva tutta quella luce prese la sacca dalle mani del figlio prima che potesse danneggiarla ulteriormente. Questa lotta è all’origine del giorno e della notte.

Irochesi

Il racconto del demiurgo degli Irochesi è che in principio non ci fosse terra su cui vivere, ma solo un abisso d’acqua, ma sopra, nel Grande Blu, c’era una comunità chiamata il “Mondo del Cielo”, che comprendeva una donna che sognava i sogni.Una notte lei sognò l’albero che era la fonte della luce. Il sogno la turbò, così andò a chiedere all’uomo nel Mondo del Cielo di tirare su l’albero. Scavarono attorno alle radici dell’albero per fare spazio ad ancora più luce, ma l’albero cadde attraverso il buco e scomparve. Dopo ciò vi fu solo ombra. Colti di sorpresa e non sapendo cosa fare, spinsero la donna attraverso il buco. La donna si sarebbe persa negli abissi se un pesce falco non fosse giunto in suo aiuto usando le sue piume per farla appoggiare.

Il pesce falco non avrebbe potuto tenerla tutta sopra di sé tutto da solo, così chiese come aiuto di creare un terreno solido su cui potesse stare la donna. Uno svasso (Podilymbus podiceps, uccello comune in America simile all’anatra) si calò fino al fondo del mare e riportò fango nel suo becco. Trovò una tartaruga, spalmò il fango sul suo guscio, e si rituffò ancora molte volte. Anche le anatre portarono i loro becchi pieni del fondo dell’oceano e lo spalmavano sul dorso della tartaruga. Il castoro aiutò a costruire il terreno, rendendo la copertura più grande.

Gli uccelli e gli animali costruirono i continenti fino a che ebbero fatto l’intera terra tonda, mentre la donna era al sicuro seduta sulla schiena della tartaruga. La tartaruga continua a tenere la terra sulle sue spalle. Dopo questo, uno degli spiriti del Mondo del Cielo, scese e guardò la terra. Dopo che vi ebbe viaggiato, la trovò meravigliosa, e così creò le persone per viverci e diede loro capacità speciali; ogni tribù della nazione degli Irochesi fu dotata di doni speciali da condividere con il resto dell’umanità.

Islam

L’Islam condivide con il Cristianesimo la fede in una creazione del mondo ad opera di Dio, con uno svolgimento temporale: «Veramente il vostro Signore è Allah, che creò il cielo e la terra in sei giorni ed è saldamente stabilito sul trono, a regolare e governare tutte le cose.» [Corano 10:3]

Nell’Islam ogni creazione è attribuita ad Allah (il nome proprio di Dio in arabo). Egli è l’unico Dio per i musulmani. È chiaramente identificato come la “prima causa” in numerosi versetti del Corano. In quanto Creatore ed Eterno, e in considerazione dell’impossibilità della materia bruta (madda) di sussistere senza il Suo continuo intervento, a Lui è attribuita la proprietà di qualsiasi atto creato, ivi compreso quello apparentemente riferibile all’essere umano, il quale ne avrebbe in definitiva il solo possesso (iktisāb) Seguono tre esempi:
XIII:16 … «Rispondi: “È Dio il Creatore di tutte le cose, è Lui l’Unico, il Vittorioso!” ».
LVII:3 «Egli è il Primo, Egli è l’Ultimo, Egli è il Dispiegato, Egli è l’Intimo, Egli è sovra tutte le cose sapiente ».
CXII:1-2 «Dì: “Egli, Dio, è uno – Dio l’Eterno. – non generò né fu generato – e nessuno Gli è pari” ». Riferendosi all’argomento della “prima causa” il Corano indirizza i non credenti:
LII:35-36 «Son essi che furon creati dal nulla, o son loro i creatori? Son forse loro che han creato i cieli e la terra? No! Nessuna certezza salda essi hanno».

Maya

All’inizio vi erano solo cielo e terra, personificati come una trinità di dèi chiamata Cuore-del-Cielo. Essi volevano che ci fosse qualcuno a lodarli. Cominciarono perciò col dire “Terra”, che dunque apparve dal mare, seguita da montagne e alberi; questo rese felice Cuore-del-Cielo che contento del proprio lavoro creò gli animali della foresta: uccelli, cervi, giaguari, serpenti. Venne loro detto di moltiplicarsi e spargersi, e lodare cuore del cielo Ma gli animali non facevano altro che stridere e ululare ciò non piacque agli dei che ressere gli animali essere inferiori, e destinati a divenire servitori di chiunque avrebbe adorato Cuore-del-Cielo. Allora Cuore-del-Cielo creò l’uomo dal fango.

Ma non riusciva a stare in piedi aveva vista breve, e la nuova razza fu spazzata via e dissolta dall’acqua. Cuore-del-Cielo si rivolse ai due divini indovini per chiedere se avessero dovuto fare l’uomo in legno. Ma gli uomini di legno non si rivelarono altro che automisaldi e attivi ma senza cervello; così Cuoredel-Cielo provocò la distruzione di questa nuova razza per mezzo di un temporale anche gli animali, gli oggetti si rivoltassero contro gli uomini di legno privi di spirito.solo pochi uomini di legno fuggirono nelle foreste e si salvarono vivono ancora e sono le scimmie.

Cuore-del-Cielo allora compì un altro tentativo di creare una razza convenientemente rispettosa, e plasmò gli esseri umani a partire da un impasto di mais a cui con una bevanda di mais fu data la forza, i primi esemplari furono 4 essi avevano vista, udito, movimento, parola ed erano molto saggi, pieni di riconoscenza verso i loro creatori elevarono lodi agli dei.

Le facoltà di questi uomini li rendeva troppo simili agli dei così fu deciso di soffiare nebbia nei loro occhi e per limitare la loro capacità di conoscere fecero in modo che si scontrasse con il mistero. Gli dei crearono poi le donne per rendere felici gli uomini e per darle loro la possibilità di generarsi, da queste unioni sono nate tutte le tribù dei popoli maya

Maori

Per i Maori la terra e la genealogia erano i riferimenti più importanti. Inizialmente esisteva Te Kore (il Vuoto) a cui fece seguito Te Poroa (la Notte). Da queste due divinità discesero il Cielo e la Terra. Il mito della creazione Maori racconta che in origine il cielo e la terra erano uniti, quando Ranginui, il Padre Cielo, e Papatuanuku, la Madre Terra, giacevano insieme stretti in un abbraccio. Essi ebbero molti figli, che vivevano nell’oscurità che vi era tra loro due; era una schiera di dei-bambini, ognuno dei quali aveva il controllo di una forza delle natura.

Ma i figli desideravano vivere alla luce, e così divisero i genitori contro la loro volontà. Dalla luce che brillò dopo quella separazione, ebbero allora origine le cose animate ed inanimate: da uno degli dei nacque l’uomo. Il dolore per la separazione da allora affligge Ranginui e Papatuanuku. Le lacrime di Ranginui cadono sotto forma di pioggia
verso Papatuanaku per mostrare quanto egli l’ama. Le foschie che si levano dalle foreste sono i  sospiri di Papatuanuku quando il calore del suo corpo brama il compagno e continua a nutrire l’umanità.

Navajo

In principio c’erano le Persone Sante, supernaturali e sacre, che vivevano sotto terra in quattro mondi sottostanti. Una grande inondazione sotterranea forzò le Persone Sante a risalire in superficie attraverso un sentiero, dove ricrearono ogni mondo che incontravano. Negli ultimi mondi, la Donna del Cambiamento diede vita agli Eroi Gemelli, chiamati “Mostro dilaniatore” e “Figlio delle acque” che hanno avuto molte avventure in cui hanno liberato il mondo dal male.

Le Persone della Superficie, mortali, furono creati nel quarto mondo, e il Primo Uomo e la Prima Donna vennero creati dalle bucce del grano bianco e giallo. Gli dei insegnarono loro cerimonie, praticate ancora oggi.

Mitologia norrena

Dalle gocce di brina si creò Ymir, il primo essere vivente, padre dei giganti di ghiaccio. Insieme a lui nacque la mucca Auðhumla. La mucca leccò le pietre salate e si generò Búri, il primo uomo. Da lui nacque Borr, e da quest’ultimo nacquero Odino, Víli e Vé. Odino e i suoi fratelli usarono il corpo di Ymir per creare l’universo, che consta di nove mondi. Posero il corpo sul vuoto chiamato Ginnungagap e usarono la sua carne per la creazione della terra e il suo sangue per il mare.

Il suo teschio, tenuto su da quattro nani (Norðri Nord, Suðri Sud, Austri Est, e Vestri Ovest), fu usato per creare il cielo.Quindi usando scintille da Muspellheimr, gli dei crearono il sole, la luna e le stelle. Le sopracciglia di Ymir invece furono usate per creare un posto dove la razza umana potesse vivere; un posto chiamato Miðgarðr. I primi umani, Askr ed Embla, furono creati da tronchi.

Polinesia

Secondo le tribù polinesiane il mondo venne creato da una divinità, anche chiamata “Astan Gabum”, che secondo loro diede origine alle montagne, e poi alla terra ferma, con il tempo creò gli animali e li fece moltiplicare, fino a che per pura casualità non ne nacque l’uomo, secondo i reperti presenti all’interno delle isole orientali della Polinesia, l’uomo era causa di un errore della divinità la quale avrebbe desiderato una forma di vita più interessante.

Zen

Il tutto e il niente sono un tutto unico inseparabile. La filosofia Zen nega che la persona possa essere la causa scaturente. Nel parlare delle origini afferma che il piano dell’essere è la vera causa scaturente.

Zoroastrismo

Nella narrazione della creazione dello Zoroastrismo, Ahura Mazda creò 16 terre, una alla volta, tali che ognuna di esse fosse sorgente di piacere per la sua popolazione. Dopo la creazione di ognuna di queste terre, Angra Mainyu intervenne con una contro-creazione, introducendo malattie e peccati di vario genere. L’idea dualistica di due spiriti primordiali, considerati gemelli da Zoroastro, riprende un prototipo delle mitologie indoeuropee.

fonte informazionescomoda